13 FEBBRAIO 2020 - PHOTOGRAPHY
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In un’epoca in cui sempre più persone si approcciano al mondo della fotografia, ci sembra naturale parlarne, raccontando i linguaggi visivi preponderanti utilizzati per la realizzazione di fotografie streetwear.
Quanto peso ha la post produzione su una fotografia? Ci sono pareri discordanti a riguardo. Alcuni fotografi preferiscono mostrare la realtà per ciò che è, senza filtri o modifiche, limitando così gli interventi sullo scatto. Altri fotografi invece attribuiscono alla post produzione una parte importante del loro lavoro, che aggiunge valore agli scatti. Siamo perfettamente d’accordo, ma pensiamo che per rendere le fotografie ancora più particolari, debbano essere personalizzate con un tocco di graphic e di typography.
I trend per le fotografie streetwear sono le inquadrature dal basso, che danno un effetto ottico distopico. Nonostante questo tipo di fotografie distorcano sia lo spazio circostante che il soggetto immortalato, bisogna porre attenzione nel caso compaiano elementi architettonici nell’inquadratura, per i quali serve la giusta angolazione. Solitamente negli scatti in cui è presente l’architettura, la regola fondamentale da seguire è “fotografare in bolla”, ciò significa che tutte le linee, sia verticali che orizzontali, devono essere dritte, in modo da rispettare la griglia aurea. Nella maggior parte dei casi, la post produzione si utilizza per correggere appunto l’orizzonte storto che sbilancia le fotografie. Oggi gli scatti non hanno più un’architettura dell’immagine e non seguono più le linee classiche e statiche ma comunicano attraverso nuovi linguaggi visivi: scatti fuori posto, scatti rubati, scatti che rompono gli schemi tradizionali. La verità è che il classico è noioso e il particolare ci attira.
La scelta della location per uno shooting fotografico è di per sé fondamentale, perché evoca atmosfere e scenari che esaltano l’idea alla base di una collezione streetwear. Ma la location perfetta non è nascosta dietro l’angolo, per trovarla bisogna fare ricerca, immergendosi nel progetto e capendo i suoi punti di forza e gli elementi che conferiscono diversità e unicità al lavoro.
Trovare la propria diversità è essenziale, perché ci rende unici. Ma non è facile distinguersi dal pensiero e dai comportamenti della massa, per emergere dal gregge bisogna mostrare il proprio tratto distintivo. Non tutti ci riescono, non tutti sanno come far sentire la propria voce fuori dal coro. Dolly Noire celebra l’andare contro tendenza e incita ad abbandonare gli schemi convenzionali per creare qualcosa di nuovo e mai visto prima d’ora. Nella sua collezione “Elysium drop 2” il brand si è immaginato un mondo surreale e post apocalittico, in cui nessuno vorrebbe vivere e dove la natura ha preso il controllo. Nasce così una linea di vestiti dalla visione distopica, in cui convivono texture di macchie chimiche, ruggine e metallo, che rappresentano la corrosione di un mondo abbandonato ed eroso dalla potenza della natura.
Siamo stati a Consonno, una città fantasma in cui la desolazione dell’abbandono si unisce alla vegetazione incontrollata, creando così un’atmosfera surreale e straniante, la perfetta location per scattare la nuova collezione di Dolly Noire.